La doppia intestazione – Centro di studi gramsciani / Gramsci centre for the humanities – non è solo una presentazione molto libera di uno stesso contenuto in due lingue. Fa riferimento anche a una doppia funzione. Da un lato l’osservazione scientifica dell’opera di Gramsci, della sua lezione, del suo metodo; dall’altro la ricerca su alcuni temi di Gramsci – organizzazione del lavoro culturale; intellettuali; politica e cultura… – nelle loro implicazioni attuali: in termini quindi nuovi.
Sono terreni diversi, piuttosto estesi a dire poco, ma con un’ispirazione comune e evidenti punti di contatto tematici.
Per il primo aspetto, che è di ricerca storica, il centro di San Marino si propone di collaborare con tutti gli istituti – siano essi legati o meno, per la loro storia, al Gramsci dirigente comunista – che svolgono ricerche scientifiche sull’opera del pensatore sardo.
Per il secondo aspetto, il centro potrà cercare collaborazioni in un ambito molto vario, perché lavorerà in un campo disciplinare ancora in formazione: le “humanities” (digital, non-digital, pre-digital, early digital…), le tecnologie della conoscenza, il design dei saperi (knowledge design), la progettazione di imprese culturali.
In tale campo sono ora ridefinite tutte le istituzioni e le pratiche “umanistiche”. Ciascuna di esse potrebbe dar vita a un progetto di ricerca a parte, progetti specifici nei quali il centro si impegnerà, sulla base delle risorse disponibili: dalla biblioteca alla bibliografia, dallo schedario all’archivio, dalla raccolta di oggetti al museo e all’esposizione, dalla conferenza alla lezione, dall’articolo al libro alla rivista scientifica e culturale, dalla recensione alla presentazione pubblica di opere: la lista potrebbe essere parecchio lunga.
Si tratta di riflettere sulla tecnica, senza limitarsi all’osservazione, o all’automatica adozione, dell’ultima rivoluzione tecnica; insegnare le nuove tecniche, sapere come usarle, innovarne l’uso; capire le nuove tecniche in quanto tali, anche in relazione a quelle non nuove. Stabilire quali sono le implicazioni economiche, sociali, culturali, intellettuali, politiche del disegno e dell’uso della tecnologia. Studiare il paesaggio nuovo che tali tecniche hanno creato, senza dimenticare che molte pratiche si sono modificate a partire da una tradizione molto antica.
Nel nuovo campo disciplinare in formazione, pesa talvolta un’evidente deriva tecnica (un’ubriacatura tecnica, quasi): cose impensabili sono ora possibili, e si fanno con relativa facilità. Dove è lo spazio per pensare, progettare le nuove cose? A volte sono cose vecchie, fatte con tecniche nuove; a volte sono cose nuove, ed è venuto il momento di fermarsi a pensarle, comprenderne il senso, ri-progettarle.
2. Nei primi due anni di attività, il centro avvierà ricerche e iniziative che tengano conto della “doppia funzione” a cui si è accennato, ferma restando l’ispirazione comune.
a) Per il lavoro di ricerca storica sul pensiero gramsciano, il primo tema sarà la tradizione, in senso filologico, dell’opera gramsciana nel periodo 1937-1947, dalla morte di Gramsci alla pubblicazione del primo volume dell’edizione Einaudi;
b) In collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, il centro avvierà una ricerca sull’arte degli estratti, sulle tecniche con cui gli scholars leggevano ed estrapolavano dalle proprie letture i passi migliori, per poi metterli da parte secondo qualche ordine particolare, in vista della preparazione di discorsi orali o della produzione di nuovi testi, in un processo di lunga durata che va dal florilegio classico e medievale all’archivio personale o schedario, ora anche digitali, in rete, pubblici;
c) in collaborazione con l’Università di Strasburgo, il centro avvierà una ricerca su Machiavelli nel tempo della guerra fredda. Dionisotti scrisse che sull’immagine di Machiavelli nella prima metà del Novecento “stingeva quel repellente machiavellismo che la crisi politica dell’Europa aveva riesumato e messo di moda”. La ricerca vuole indagare cosa accadde nella situazione successiva, quella postbellica della guerra fredda: come si intrecciano le ricerche scientifiche e il contesto storico-politico.
d) nell’ambito dei corsi della Scuola superiore di studi storici, saranno proposte iniziative “parallele” del centro: conferenze, seminari, gruppi di lavoro, eventualmente tenuti anche col concorso di studiosi invitati per le lezioni di dottorato;
e) in collaborazione con la Sapienza Università di Roma, il centro organizzerà, due seminari, dedicati a Gramsci, i media e la cultura popolare con gli allievi del dottorato in Musica e Spettacolo della Sapienza;
f) Oltre all’attività di ricerca, il centro si propone di formare progettisti, designer, autori, organizzatori, curatori ecc., professionisti della fase del disegno, del progetto, dell’invenzione, dell’innovazione nelle pratiche umanistiche o humanities. Si propone l’attivazione, dall’anno accademico 2020-2021, di un master di II livello in Comunicazione storica.