Pubblichiamo l’intervento che Daniela Steila, storica della filosofia e slavista dell’Università di Torino, ha scritto per il nostro sito, a proposito della biblioteca personale di Giovanni Mastroianni (1921-2016), storico della filosofia, filologo, slavista, “pioniere degli studi sul pensiero russo-sovietico”.
Con il professor Mastroianni ho intrattenuto per lungo tempo un rapporto telefonico ed epistolare non molto assiduo, ma costante negli anni, denso di informazioni, discussioni, commenti, in cui si esprimeva la grande generosità dello studioso, pronto a condividere idee, suggerimenti, proposte. Ricordo bene la conversazione telefonica con cui Giovanni Mastroianni mi comunicò l’intenzione di lasciare la sua biblioteca personale al Dipartimento di Filosofia, dove io lavoravo e ancora lavoro presso l’Università di Torino. Per lo più, quando mi chiamava, il professore non diceva chi fosse, sapendo bene che la voce e l’accento lo rendevano inconfondibile, e l’esordio era spesso un ironico «Non sono ancora morto!». Anche in quell’occasione la conversazione iniziò su questo tenore, ma subito prese una piega più seria. «Alla mia età,» mi disse, «bisogna essere pronti per partire» e tra le faccende da sbrigare per prepararsi c’era anche la destinazione della sua biblioteca, ricca non soltanto di preziosi volumi a stampa, ma anche di una gran quantità di fotocopie e microfilm di fonti russe e sovietiche, raccolti con tenacia letteralmente in tutto il mondo. Era soprattutto il destino della sezione russa della sua biblioteca a preoccupare il professore. L’università di Torino e il mio dipartimento in particolare conta una tradizione di studi russi che, molto prima di me, ha visto studiosi di generazioni diverse (basti qui ricordare Luigi Pareyson, Giuseppe Riconda e Roberto Salizzoni) raccogliere testi, anche in lingua originale, e la mia presenza, agli occhi del professore, sembrava probabilmente garantire una continuità, anche attraverso l’insegnamento della Storia della filosofia russa che è entrato a far parte dell’offerta didattica dell’ateneo di Torino sia per la laurea triennale, sia per quella magistrale.
Di qui l’intenzione di lasciare proprio alla nostra biblioteca il cospicuo patrimonio bibliografico accumulato negli anni. Mi sembra che mi trovassi in Russia quando il professore morì, e della sua “partenza” mi resi conto soltanto nei mesi seguenti, venendo meno la consuetudine delle conversazioni telefoniche. Fu la figlia Lidia a riprendere i contatti con me nel 2016, per realizzare le volontà paterne e formalizzare il lascito alla nostra biblioteca. In un momento in cui le biblioteche universitarie patiscono cronicamente di carenza di spazi, l’Università di Torino si è molto impegnata per rendere possibile l’acquisizione del “dono Mastroianni”, comprendendone il valore. Tra i tanti che si sono spesi per questo risultato, completato alla fine di ottobre del 2017, vorrei menzionare il prof. Enrico Pasini, allora delegato del Rettore per il Sistema Bibliotecario, Archivistico e Museale; la dott.ssa Annalisa Recuperati, responsabile dei servizi bibliotecari del Polo di Scienze Umanistiche dell’Università di Torino e la dott.ssa Daniela Angotti, responsabile della Gestione delle Collezioni, che in modo particolare si è dedicata all’acquisizione del lascito, ma anche alla sistemazione e alla catalogazione, con una dedizione personale cresciuta anche attraverso la stretta collaborazione con la famiglia del professore e in particolare con la figlia Lidia. Proprio a Lidia va il merito di aver seguito tutto il processo, dalla catalogazione all’inscatolamento dei volumi, al tempo stesso con amore e professionalità, permettendoci di ricostruire sui nostri scaffali il più fedelmente possibile la disposizione dei libri così com’era nella casa del professore.
Il “dono Mastroianni” alla Biblioteca del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino comprende un fondo librario di circa 3.900 volumi di storia e filosofia, raccolti in un arco temporale che va approssimativamente dal 1946 al 2016, e che rispecchiano i principali interessi di ricerca del professore. La sistemazione dei volumi nella sede attuale ha cercato di rispettare la disposizione originale: ai libri di e su Labriola, Croce, Gentile e Gramsci segue un’ampia sezione “russa”, con circa un centinaio di opere in lingua originale ed un’ingente collezione di traduzioni e di contributi italiani di letteratura secondaria. Si segnala inoltre una preziosa sezione di volumi di e su Vico, e l’ampia sezione dedicata alla storia e alla filosofia italiana contemporanea, con opere di Acri, Fiorentino, Spaventa, Garin. Spesso i volumi conservano le note e i segni di lettura del professore, a volte su foglietti sciolti, conservati tra le pagine in cui sono stati trovati. Anche per questa ragione si è deciso che i volumi fossero a disposizione soltanto per la consultazione e non per il prestito.
È integrazione preziosa del fondo librario una raccolta miscellanea di copie rilegate in volumi, circa 60 raccoglitori e diverse scatole, contenenti testi integrali e parti di testi, in gran parte provenienti dall’estero, alcuni in microfilm.
Del lascito fa parte anche un fondo documentario che raccoglie la corrispondenza personale del prof. Mastroianni con numerosi storici e filosofi italiani del ‘900, all’interno del quale si segnalano alcune lettere di Benedetto Croce e numerose lettere di Eugenio Garin. Questa parte del lascito, destinata all’Archivio Storico dell’Università di Torino, non è stata però ancora acquisita materialmente.
I volumi sono stati collocati e sono presenti all’interno del catalogo generale online dell’Università di Torino (https://unito-opac.cineca.it/SebinaOpac/Opac). In particolare, per ricavare l’elenco delle opere del “dono Mastroianni” si può lanciare una ricerca limitata alla Biblioteca del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Sezione di Filosofia, per la collocazione MAS (che è appunto la collocazione di tutte le opere del fondo). Al rapido inserimento dei libri del professore nel catalogo generale ha collaborato con grande impegno il personale della Biblioteca, a cui mi piace qui esprimere un ringraziamento per la cura particolare con cui il lavoro è stato condotto. È stato bello vedere che i libri raccolti con tanta passione e intelligenza dal professore hanno sollecitato un’accoglienza calda e rispettosa a tutti i livelli. Ricordo che quando, il 17 e 18 ottobre 2019, l’Università di Torino organizzò un incontro di studio su Giovanni Mastroianni e includemmo nel programma una visita alla biblioteca del professore, nei giorni precedenti assistetti al passaggio di bibliotecarie e bibliotecari, che volevano assicurarsi che i volumi fossero perfettamente allineati, e incrociai un’addetta alle pulizie, intenta a lucidare il pavimento e profumare l’ambiente, per sua personale iniziativa.
Fin da quando sono stati messi via via a disposizione, i volumi del “dono Mastroianni” sono costantemente consultati, segno del valore e della vitalità di una biblioteca che continua a nutrire nuovi approfondimenti. Come voleva il professore, i suoi libri non hanno smesso di vivere, e così il suo lascito intellettuale e la sua memoria.