Gli studiosi di storia del giornalismo e dell’Italia nell’età contemporanea hanno una nuova fonte da cui attingere per le loro ricerche. A poco più di un anno dalla scomparsa di Massimo Bordin, il suo archivio è stato completamente sistemato dal dottor Andrea Maori, archivista libero professionista, già collaboratore dell’archivio di Radio Radicale.
Una documentazione complessa e omogenea
L’archivio di Massimo Bordin custodisce materiali di notevole rilievo che riguardano la sua intera attività intellettuale come giornalista politico, giudiziario e notista dal 1975 – anno in cui inizia a lavorare per l’emittente Radio Città futura – al 2019. Si tratta di materiali manoscritti, dattiloscritti, a stampa e libri, che sviluppano 11 metri lineari. Convertito in numeri sono 74 buste, 10 scatole e 2 cartelle che contengono 733 fascicoli, 102 tra taccuini, quaderni e blocchi per appunti e 131 gruppi di opere a stampa in formato cartaceo ed elettronico. Come sottolineato dalla nota archivistica, quello di Bordin è un archivio non grande ma molto denso di documentazione complessa, omogenea e coerente perché funzionale al lavoro di giornalista e notista politico.
Lavoro che per più di trent’anni ha svolto presso Radio Radicale, dal cui ufficio proviene la parte consistente del materiale, trovata accatastata sulla sua scrivania, in un armadio e in varie cassettiere. La maggior parte della documentazione era ammassata in modo non ordinato e composta da appunti sciolti, appunti in cartelline, moltissimi ritagli stampa e dattiloscritti dei suoi articoli.
Dalla casa di Bordin arriva buona parte dei libri, costituita da 7000 saggi, e una consistente quantità di carte, ritagli di stampa e la raccolta incompleta degli articoli scritti nelle molte testate con cui ha collaborato. Dopo la sua morte, questo materiale è stato raccolto e sistemato per temi dalla sua compagna, la giornalista Daniela Preziosi.
La prima fase del lavoro archivistico
I primi interventi sulle carte sono iniziati nell’estate del 2019 e si sono svolti presso gli uffici dell’emittente in via Principe Amedeo, a Roma. Ogni singola componente documentaria è stata identificata, cominciando dalle unità più facilmente individuabili, costituite dai fascicoli originari e da altro materiale.
“Distinguere il materiale di natura giudiziaria di Bordin da quello di Bruno Ruggero, giornalista di Radio Radicale con il quale divideva le rubriche dedicate alla giustizia, è stato di fondamentale importanza”, afferma il dottor Maori, che prosegue: “Questa prima opera di ricognizione è stata completata con una selezione ragionata dei quotidiani conservati sulla grande scrivania del suo ufficio, scartando quelli integri che contenevano sottolineature, appunti, o ritagli e si è proceduto a conservare tutti gli altri”.
Alcuni fascicoli con rassegna stampa sono stati creati da Bordin usando semplicemente un quotidiano o una parte di esso per depositare ritagli, generalmente di tipo omogeneo. “Successivamente è stato aggregato a questo materiale quello recuperato da Daniela Preziosi ed è stato rintracciato il materiale archivistico inframezzato negli scatoloni dei libri provenienti dall’abitazione di Bordin”, dice Maori. L’intero materiale così ricomposto è stato quindi depositato in un ambiente adeguato dove si è proceduto alla seconda fase dell’intervento sulle carte.
L’individuazione di serie e sottoserie
Il lavoro di distinzione per grandi gruppi del materiale archivistico, parzialmente sistemato durante l’estate del 2019, è stato eseguito nel dicembre successivo. “Il criterio di aggregazione scelto era corrispondente alla logica ed alla classificazione assegnate, anche se saltuariamente, dallo stesso Bordin attraverso tracce lasciate nell’organizzazione del materiale” spiega Maori, che aggiunge: “Negli archivi privati di personalità capita spesso che l’archivista deve entrare nella logica che ha portato il produttore alla salvaguardia di materiale disordinato, e individuare il punto in cui inserire questa documentazione all’interno dei complessi documentari. L’archivista si pone in una situazione intermedia tra il produttore e le carte”.
“Nel caso dell’archivio Bordin – prosegue Maori – l’operazione di individuazione delle carte per un deposito in nuovi fascicoli non è stata particolarmente difficoltosa, ma è stata lunga e complessa la sua organizzazione. Per passaggi successivi ho depositato in buste e scatole il materiale e ad una sua progressiva divisione sempre più dettagliata fino all’individuazione definitiva delle serie e sottoserie”.
Ai fascicoli sono stati assegnati titoli critici che individuano brevemente il contenuto. L’organizzazione finale delle serie e delle sottoserie ha richiesto la collaborazione dell’archivista Daniela Mori. “L’intervento della dottoressa Mori ha agevolato l’operazione di condizionamento e ha ordinato la serie dei taccuini, quaderni e blocchi per appunti. Un’altra parte del lavoro sulle carte è stata dedicata al recupero degli scritti pubblicati in quotidiani e periodici. Questa serie è stata arricchita grazie al contributo di Daniela Preziosi”.
La conclusione di questa fase di intervento ha portato all’individuazione delle seguenti serie / sottoserie archivistiche:
1. Personale (1984-2018); 1.1 Carte strettamente personali; 1.2 Premi;
2. Corrispondenza esterna (1975-2019);
3. Rapporto con Radio Radicale (1981-2010); 3.1 Giornalista e Direttore di Radio Radicale (1981-2010); 3.2. Chiusura di Radio Radicale – “Radio Parolaccia” (1993-1998); 3.3 Materiale a stampa (1995-2009);
4. Rapporti con Radicali (1991-2018);
5. Rapporti con altri partiti (1976-2018);
6. Appunti in carte sciolte (1981-2018); 6.1 Appunti su udienze (1985-2019); 6.2 Appunti di vario genere (1981-2017);
7. Taccuini, quaderni e blocchi per appunti (1976-2018);
8. Scritti ed interviste (2000-2019);
9. Convegnistica (1984-2018);
10. Carte di natura giudiziaria e parlamentare (1976-2016);
11. Rassegna stampa (1974-2018);
12. Saggi, relazioni o estratti;
13. Carte intestate e menabò;
14. Carte di Anna Maria Fossa (1979-1997).
Infine, le pubblicazioni che sono state divise in: Monografie; Periodici; Numeri di periodici singoli.
Alla ricerca di una collocazione fisica
L’archivio di Massimo Bordin è attualmente conservato presso l’abitazione privata dello stesso Maori e le richieste di consultazione possono essere inoltrate a Radio Radicale. “A causa dell’epidemia di Covid 19, non possiamo ritrasferire il materiale ordinato nella biblioteca di Radio Radicale. Con i responsabili dell’emittente abbiamo immaginato un processo di digitalizzazione dell’intera documentazione, che ha bisogno di finanziamenti adeguati”, osserva Maori.
Ma non si tratta di una sola questione di risorse economiche: la digitalizzazione di un archivio è un’operazione tecnicamente complessa, ancor più quando il materiale presenta formati diversi, come nel caso delle carte di Massimo Bordin: “Per assurdo, un archivio cartaceo risulta più facile da consultare e gestire. Una soluzione intermedia, e non mi riferisco solo all’archivio Bordin, ma a tutti quelli presenti sul territorio al momento inaccessibili, potrebbe essere la conversione in formato elettronico dei documenti più importanti”.
Conclusa la pandemia, dove potranno essere collocate le carte di Bordin? “La priorità rimane la digitalizzazione. Io penso che l’archivio dovrebbe tornare nell’ufficio di Bordin, suo luogo di elaborazione e di studio, ma se questo non fosse possibile, un’alternativa potrebbe essere l’Archivio Centrale di Stato dove sono depositati e consultabili archivi privati di illustri giornalisti.”